In mezzo al caos, tra i viali di circonvallazione di Firenze, c’è un’isola silenziosa. È il cimitero degli inglesi.
Le tombe non seguono uno schema fisso e rigido ma la conformazione del terreno. Il silenzio parla con le statue e si riesce quasi a sentirne le parole.
Tante sono le personalità anglosassoni sepolte in questo cimitero: poeti, storici, pedagogisti, pittori e persone vicine al mondo culturale dell’epoca.
E anche se si è a digiuno e non si conoscono molti di questi nomi, è affascinante un giro silenzioso in quest’Isola dei morti.
A partire dalla fine di Aprile fino a metà Maggio, si può godere della fioritura dell’iris: la cromia sposa perfettamente il contesto grigio e verde delle tombe e dei cipressi, donandone un equilibrio piacevole per occhi.
Denominazione e storia del Cimitero degli inglesi
Il nome esatto di questo luogo è Cimitero Protestante di Porta a’ Pinti, perché si trova appena fuori la porta omonima che dava l’accesso alla città di Firenze (porta che oggi non esiste più).
Nel 1827 l’area, una montagnola precedentemente utilizzata dai fiorentini per assistere ai giochi del pallone, venne ceduta alla Chiesa Evangelica Riformata.
Nel 1877 venne chiuso a seguito del nuovo piano urbanistico che prevedeva una distanza minima di 100 metri dei luoghi di sepoltura dai centri abitati.
Ne seguiranno anni di abbandono. Dal 1996 il cimitero ha riaperto le sue porte con nuove concessioni di sepoltura.
Piccola curiosità: ad amministrare il cimitero c’è Julia Holloway, una suora eremita nata a Londra. Nel 1996 si è trasferita a Firenze e ha donato vita al cimitero che ormai vedeva le tombe in stato di saccheggio e degrado.
Come raggiungere il Cimitero degli inglesi
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