Il weekend folle a Barcellona si conclude con la visita al famosissimo Parc Güell e la Casa Museu di Gaudì.

Piccolo, ma necessario riassunto per chi si fosse perso gli articoli precedenti: sono venuta a Barcellona con Zucca, compagna storica di follie musicali, per il concerto degli Of Monsters and Men. In due giorni, anche se un po’ di corsa, mi sono goduta un po’ della vita di Barcellona e tanta tanta arte e architettura (cfr. Casa Batllò di Antoni Gaudì).

Parc Güell e il quartiere Vallcarca

Premessa: ho scoperto solo alla fine del percorso che l’entrata principale, e per questo anche quella più affollata, è in Carrer d’Olot (raggiungibile con il bus 24 o con un taxi).

Noi invece abbiamo seguito delle indicazioni che ci hanno portato ad Avinguda del coll del Portell. Abbiamo preso la metropolitana e siamo scese alla fermata Vallcarca. Questo percorso alternativo, sebbene più lungo e faticoso, ci ha permesso di fare una passeggiata per il quartiere Vallcarca, che si trova nella parte settentrionale di Barcellona. Ho apprezzato molto aver incontrato lungo la strada, numerosi murales dai colori sgargianti e dai temi interessanti.

Finito questo improvviso tour nella street art di Barcellona, ci siamo trovate ai piedi di Beixada de Briz: una salita di scale senza fine. Il caldo non ci ha aiutate, ma sicuramente una volta in cima abbiamo goduto di un bellissimo panorama.


Parc Güell, l’entrata meno affollata

Come ho anticipato, noi abbiamo preso l’entrata meno affollata del parco. Questo ci ha permesso di goderci un’area molto silenziosa e piena di verde. Da subito ci siamo rese conto di quanto sia prezioso questo parco per la quantità estrema di vegetazione ma anche di animali: il parco è infatti pieno di pappagalli verdi che volano indisturbati da un albero all’altro.


Casa Museu Gaudí

Immersa nel verde di Parc Güell c’è la Casa Museu di Gaudí. Spicca tra il verde degli alberi e l’azzurro del cielo limpido, il rosa delle pareti esterne.

A differenza di Casa Batlló, l’esterno presenta un’architettura più semplice, non per questo banale.

Storia della casa

Dal 1906, è stata per circa vent’anni la casa dell’architetto, anche se in realtà è nata con un altro scopo.

Alla fine del 1800, l’imprenditore Eusebi Güell y Bacigalupi decise si realizzare una sorta di città nel verde per la borghesia catalana. Purtroppo la casa rimase in vendita per un po’ finché Gaudí la acquistò per uso personale.

La casa è un museo dal 28 settembre 1963.


L’edificio

La casa è composta di quattro piani, ma solo il piano terra e il primo piano sono aperti al pubblico. All’interno della casa si possono ammirare oggetti e mobili di Gaudí. La grande particolarità di questi oggetti è che tutti sono stati disegnati dall’artista. La casa è un vero è proprio museo con oggetti costruiti con materiali pregiati e dal design originale.


Parc Güell

Il parco è stato stato commissionato da Eusebi Güell all’architetto catalano Antoni Gaudì. Nello stesso Parc Güell c’è la Casa Museu. Venne poi inaugurato come parco pubblico nel 1926.

Il parco si estende per circa 17 ettari e sorge su un territorio in collina, costituito da strati di ardesia e calcare. L’intento di Gaudí era quello di creare armonia tra ciò che è naturale e ciò che è creato dall’uomo.

Le opere del parco

L’entrata principale è nella parte bassa del parco, quella più vicina alla città. Subito si notano i primi due edifici: la casa del guardiano e un edificio adibito a sala d’attesa. Tutti e due gli edifici sono decorati in pietra e maioliche colorate.

Spostandoci verso l’alto, si incontra una grande attrattiva del parco: la salamandra colorata. Tutti i turisti si affollano attorno a questo capolavoro: è enorme, colorata e fondamentalmente simpatica (i critici d’arte mi passeranno il termine così poco tecnico!)


La sala ipostila

Anche chi è a digiuno di studi di architettura, può subito notare la particolarità dello spazio: i canoni architettonici sono “violati”, e lo si può vedere già dalle colonne, per così dire “storte“.

Ma andiamo con ordine: il soffitto è tutto ricoperto di maioliche bianche e mosaici colorati. Le stesse colonne, nella parte inferiore, sono rivestite da mosaici bianchi. Nonostante l’ambiente dia l’idea di una caverna, l’uso delle maioliche bianche, dona una lucentezza naturale molto suggestiva.

Ed eccoci alla descrizione delle colonne: nessuna di essa crea un angolo retto col pavimento. Gaudí non ha voluto livellare il suolo, ma ha seguito quello che la natura gli ha offerto. L’effetto ottico ne esce maggiormente esaltato. Inoltre, ancora una volta, Gaudí unisce bellezza e funzionalità: l’acqua piovana, raccolta sulla terrazza che sovrasta la sala, viene filtrata dal suolo e fatta passare nelle stesse colonne. Attraverso di esse, l’acqua raggiunge una cavità sotto la sala, una sorta di riserva. Applausi!

Piccola curiosità: lo spazio era stato progettato per un mercato che però non è mai stato aperto.


La Plaza de la Naturaleza

Dopo aver passato un porticato con delle colonne inclinate, più simili ad alberi che a qualcosa di artificioso, si arriva a ciò che sicuramente viene più apprezzato in tutto il parco: la terrazza che affaccia sulla città.

È di forma ovale e Gaudí lo chiamava “teatro greco”, ed è stato progettato come luogo di socializzazione. Vera opera d’arte è la balaustra maiolicata e policromatica: non è solo bella da vedere, ma anche funzionale. Serve da balaustra ma allo stesso tempo da panchina. Ovviamente non segue nessuna logica rettilinea, ma anche qui ci troviamo di fronte ad un moto ondoso e curvilineo. E secondo voi Gaudí l’ha ideata per pura bellezza? La non linearità consente alle persone di sedersi e creare dei piccoli “circoli” in cui la socializzazione e la comunicazione è facilitata. Ancora applausi!

E alla fine, il resto ce lo regala la città: un panorama pazzesco. I palazzi sono tanti, la città si fa sentire, ma in lontananza c’è il mare. Se poi c’è il sole, tutto assume un altro colore! Nonostante i numerosi turisti, che si affannano a farsi foto ricordo, riesci comunque a crearti un momento di silenzio e a goderti il panorama.

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