Gli Of Monsters And Men sono un gruppo islandese formatosi a Reykjavìk nel 2010. Nel 2011 esce il loro primo disco, My Head Is an Animal e da allora hanno influenzato il il panorama della musica indie folk mondiale.
A luglio del 2019 è uscito il loro ultimo lavoro, Feaver Dream, preannunciato dal primo singolo Alligator, in radio già dal 7 maggio 2019.
Ad Ottobre è partito il tour autunnale che ha toccato moltissime città europee, in alcune di esse facendo sold-out. L’ultima data del tour è stata quella di Barcellona il 23 Novembre.
Nonostante ci sia stata un’unica data italiana al Fabrique di Milano, questa volta ho deciso di approfittare del fine settimana e cogliere l’occasione per visitare Barcellona.
Il Razzmatazz
Il concerto si è tenuto al Razzmatazz, locale storico e sicuramente tra i più famosi di Barcellona. La struttura si trova in una vecchia zona industriale e altro non è che un capannone in disuso ristrutturato e adibito a discoteca. Il “Razz” è composto da cinque sale che si alternano tra diversi generi e gusti musicali: dal rock internazionale alla techno, dall’elettronica alla deep house, dal garage e soul all’elettro-rock.
Il concerto degli OMAM si è tenuto nella sala Razzclub dove si sono esibiti grandissimi nomi della scena musicale internazionale: Oasis, Artic Monkeys, Pj Harvey, Radiohead, Bjork, Blur, The Offspring.
Il concerto
Come in tutte le date del tour europeo, ad aprire il concerto sono i Vök, anche loro gruppo islandese. Chiamarlo gruppo spalla suona riduttivo perché con la loro carica ed energia riescono a coinvolgere il pubblico e a tenere il palco con esperienza.
Dopo questa introduzione salgono gli OMAM. Il pubblico si anima già sulle note del primo brano Alligator, che coinvolge e trascina tutti.
Durante tutto il concerto gli OMAM sanno coinvolgere il loro pubblico alternando brani del nuovo disco con pezzi ormai storici. Ci regalano perle come King and Lionheart, Empire, Human e Crystals a cui si intrecciano le sonorità del nuovo album con Ròròrò, Wars e Wild Roses.
Immancabile Lakehouse che infervora un pubblico già caldo: e subito le voci dei cantanti si fondono con quelle dei loro spettatori, le luci fomentano questo momento di grande partecipazione. Lakehouse apre la strada all’ormai famosissima Little Talks su cui nessuno riesce più a stare fermo.
Six Weeks chiude la prima parte del concerto. Piccola pausa e gli OMAM rientrano per salutarci con gli ultimi pezzi della scaletta. Ancora un brano del nuovo disco, Waiting for the Snow, e si finisce in bellezza con Dirty Paws e Yellow Light. Il saluto è perfetto.
Articolo scritto con Marizucca, compagna di viaggio e concerto!
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