Due giorni a Egina, magari perché siete di passaggio ad Atene e volete respirare aria di mare e improvvisare. Oppure avete intenzione di girare tutte le isole del Golfo di Saronico. Qui vi dico cosa potreste vedere in due giorni a Egina. Il secondo giorno vi porto a Monì.

Se volete vedere la prima parte cliccate qui

Due giorni a Egina: Monì per immergersi nella natura

Nella mia idea di vacanza c’è sempre un pizzico di isolamento dal mondo e di ritrovo con la natura. Per questo, vi consiglio una giornata all’isola di Monì.

Attenzione: ho purtroppo constatato che anche a Monì bisogna scendere a compromessi con il sovraffolamento umano e con il “rumore”. Consiglio quindi vivamente di evitare i fine settimana e soprattutto proseguite oltre la spiaggia in cui vi lascia la barchetta!

L’isola incontaminata di Egina: Monì

Monì è una piccola isola a 10 minuti di distanza da Perdika, un piccolo centro di pescatori di Egina. Da Perdika è possibile prendere una barchetta che, per 6 euro, ti porta sull’isola di Monì (ritorno incluso).

Percorrendo la costa da Egina verso Perdika, è possibile riconoscere Monì: per metà rocciosa e per metà ricoperta da pini.


Non si conosce molto dell’isola. Stando ai racconti popolari, in epoca bizantina, l’isola era una proprietà privata e custodiva un monastero.

Negli anni della Seconda Guerra Mondiale i tedeschi vi costruirono delle postazioni di vedetta che oggi sono ancora visibili.

Negli anni Settanta invece l’isola divenne meta per campeggiatori. Oggi sono visibili ancora le pedane di cemento su cui era consentito piantare le tende. Dai racconti di mio padre, in quei tempi si poteva respirare realmente lo spirito selvaggio del posto.

Oggi l’isola non è abitata e non è consentito fare campeggio e gli unici abitanti sono gli animali selvatici. L’isola, per il periodo estivo, è aperta ai visitatori.

Natura incontaminata

Nonostante le numerose persone che per un giorno invadono l’isola, è possibile da subito immergersi in una natura selvaggia incontaminata.

Il mare è letteralmente da sogno: la costa rocciosa è bagnata da un’acqua limpida e cristallina. Muniti di maschera potrete notare un fondale ricco di pesci e ricci marini.


La vegetazione è composta da pini che, soprattutto sul versante occidentale, assumono forme bizzarre perché piegati dai venti di Ponente.


E poi ci sono loro: gli animali, veri padroni di Monì. Cervi e pavoni sono quelli che sicuramente riuscirete a vedere. I cervi si avvicinano in cerca di cibo (mi raccomando se proprio dovete dategli cibo sano)

Io adoro addentarmi dove la gente non c’è e incontrare queste meravigliose creature. Ad una certa distanza, con molto rispetto, ho passato molto tempo ad osservarli. Per me è una gioia immensa vivere quei momenti di silenzio.



Anche se non riuscirete a vederli, sappiate che ci sono delle caprette selvatiche (i pescatori del posto le hanno avvistate sul versante roccioso dell’isola). Gli abitanti di Egina le chiamo kri-kri e, anche se non si sa come, provengono da Creta. Quand’ero piccola le ho viste, e secondo mio padre “sono lì da sempre”.

Trekking

È possibile salire in cima all’isola di Monì, dove ancora oggi è presente una delle postazioni di vedetta costruite dai tedeschi.

Per salire consiglio assolutamente un scarpa buona e adatta. Non è una salita difficile, ma sicuramente non si può fare con le infradito o con una scarpa da ginnastica liscia. Soprattutto sulla parte finale del percorso il terreno diventa prima roccioso e infine molto sdrucciolevole.

Il tempo di salita varia dai 30 ai 40 minuti e il percorso è segnalato abbastanza bene.


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