Aliano, Policoro e Matera, sono le ultime tappe di questo viaggio nel tempo nei ricordi di un’avventura che fu.
(Qui potete trovare le altre mete: Cala Bianca e Gole del Raganello, Parco Nazionale del Pollino, Tursi, Craco e i Calanchi)
Aliano
Nel 1935 Carlo Levi fu costretto al confino inizialmente presso Grassano. Successivamente, non ritenendo Grassano sicura, per la vicinanza alla stazione ferroviaria, lo scrittore venne indirizzato ad Aliano. Perché fare questo preambolo? Perché camminando per le stradine di Aliano senti ancora l’eco della voce dello scrittore che proprio lì ha ambientato il suo Cristo si è fermato ad Eboli. Camminando si trovano brevi estratti e pensieri di Carlo Levi, e man mano che ci si inoltra nel paese, se ne riesce a comprendere il significato.
Aliano, piccola e isolata, circondata dalla terra dorata della Lucania, così cara a Carlo Levi tanto da chiedere come ultima volontà la sepoltura del proprio corpo in terra lucana. Riposa lì, tra i suoi contadini, nella terra che ha scoperto e amato in una condizione di confinamento.
Spalancai una porta-finestra, mi affacciai a un balcone, dalla pericolante ringhiera settecentesca di ferro e, venendo dall’ombra dell’interno, rimasi quasi accecato dall’improvviso biancore abbagliante. Sotto di me c’era il burrone; davanti, senza che nulla si frapponesse allo sguardo, l’infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d’occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco. ( da Cristo si è fermato a Eboli, Carlo Levi)
È in questa cornice che ci perdiamo nei bianchi vicoli: qui la vita procede silenziosa, tanto da confondere l’assenza con la presenza umana. Proseguiamo rispettosi del silenzio che circonda tutto, fino a scoprire dei piccoli abitanti che a proprio modo animano le vie semi-abbandonate. Tanti piccoli capolavori di street-art raccontano storie: quando i muri di un centro abitato parlano, c’è ancora qualcosa da dire.
Scopriamo solo in seguito che questi abitanti sono il risultato di un’iniziativa promossa all’interno del festival La luna e i Calanchi. Gli artisti Cyop e Kaf mettono su il progetto “Confino” e creano una serie di interventi cromatico-chirurgici.
Ho deciso qui di farvi vedere Aliano attraverso questa operazione artistica.
Improvvisazioni: da Policoro a Matera
È tempo di lasciare Aliano che gentilmente ci ha accolti. Fa caldo e dopo qualche giorno ancora non ci siamo abituati all’arsura. Matera ci appare impraticabile e ci diamo all’improvvisazione: il mare più vicino è a Policoro. Nonostante sia una spiaggia sabbiosa e lontana dai nostri canoni avventurieri decidiamo che il desiderio di rinfresco è troppo forte per permetterci il lusso di ignorarne la sua esistenza.
Ecco la cosa più basica che i nostri corpi hanno fatto: un bagno a mare con tanto di ombrelloni, teli stesi e pranzo al sacco. A proposito, una cosa degna di nota è il tonno in scatola di Raffaele condito con finissima sabbia volante.
Altro particolare che bisogna ricordare è il temporale che in pochi minuti si scatena su di noi.
L’improvviso cambio meteorologico ci concede l’occasione di fiondarci tra i sassi bianchi di Matera. È pomeriggio e ancora possiamo godere della meravigliosa città lucana.
Matera l’avevo già visitata qualche anno prima, e nonostante la conoscessi già, lo spettacolo dei sassi mi ha lasciata stupefatta ancora una volta.
Bianca e lucente, attraverso i piedi ne assorbi il calore. Di fronte solo la murgia materana, arida come tutto ciò che fino ad ora abbiamo visto. Questo tipo di terra mi fa impazzire!
Sicuramente di questa piccola tappa porto con me ciò che va dal tramonto all’alba.
Lentamente Matera si accende di luci, diventando per noi un piccolo presepe vivente. Poi ci spostiamo e passiamo la notte in macchina, dormendo nelle posizioni più scomode che i nostri corpi abbiano mai provato. Siamo stretti, all’interno della murgia, quella che poco prima avevamo osservato dai sassi. Ora siamo noi a guardare il biancore che lentamente prende pace e si riposa nel buio della notte.
E poi all’improvviso, sorvolando la scomodità del sonno, arriva l’alba. Niente di più spettacolare: Matera si sveglia tra i colori violacei dell’aurora e la luna che ancora per poco fa da padrona.
Il senso di questo viaggio sta nella bellezza che abbiamo vissuto, nei ricordi che oggi sono più vivi che mai. Amici miei, è per voi che ho raccolto queste foto.
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Fantastico, panorama a mozza fiato