Sabato 12 Settembre a distanza di pochi giorni dal concerto di Andrea Laszlo De Simone, sono andata al Teatro Romano di Fiesole a vedere Colapesce e Dimartino che in occasione dell’Estate Fiesolana hanno portato sul palco il loro ultimo lavoro a quattro mani: I Mortali.
Questo è uno di quei concerti che avevo in lista, uno di quelli per cui mi sono detta “chissà quando”. E alla fine eccoli lì quei due ragazzi, in un concerto così intimo che sembra di assistere a un’uscita tra amici.
Adolescenza nera da il via al concerto, che per l’occasione vede tutti i brani riarrangiati. Sono distanziati Antonio e Lorenzo, e questo all’inizio sembra strano a tal punto che il palco sembra quasi vuoto. Poi però con Cicale la situazione si scalda: quei due ragazzi iniziano a scherzare tra loro e iniziano a dirsele come solo due amici sanno fare. Si scambiano le giacche: Antonio in completo rosa, Lorenzo celeste. Sembrano due “confetti” ad un battesimo, ma la classe non è acqua. Restano piacevoli alla vista, nei loro colori e nei loro sketch.
Si susseguono Raramente, Il prossimo semestre, L’ultimo giorno e Parole d’acqua. Si passa a Luna Araba, il primo singolo estratto dal disco I Mortali. Manca la voce di Carmen Consoli eppure sembra di sentirla, ma forse a furia di ascoltare il disco ho impresso la sua presenza nella testa.
E poi arriva il momento di mettere in pausa l’ultimo disco e di passare ai singoli di Dimartino e Colapesce: Giorni buoni, Satellite, I calendari, Totale, Non siamo gli alberi, Ti attraverso. Le canzoni si susseguono con estrema naturalezza. Bello ritrovare ognuno nelle proprie canzoni, ma altrettanto bello è ascoltare il contributo dell’altro. Gli stili e le voci si mescolano senza vedere rovinati i brani: anzi, ne escono più che arricchiti.
Si nota la stima reciproca e in alcuni punti se lo dicono proprio: per Lorenzo Non siamo gli alberi è la canzone più bella di Dimartino; secondo Antonio Totale ha influenzato la musica italiana. I complimenti sono sinceri.
Si torna a I Mortali con Noia mortale, da poco uscita nelle radio e Majorana: la mia preferita, sinuosa e magica, mi porta ad Agrigento dove non sono mai stata, ma comunque riesco a vedere l’istituto Majorana davanti a me. Che meraviglia la suggestione e la fantasia!
Sta per finire il concerto: L’animale di Battiato, Feste comandate (Dimartino), Restiamo a casa (Colapesce). Si conclude con Rosa e Olindo: questa particolare canzone d’amore, cantata solo con l’accompagnamento della tastiera. Antonio e Lorenzo scendono dal palco, se la cantano più a contatto col pubblico, per quanto possibile. Finiscono scherzando, finiscono in bellezza, abbracciandosi, buttandosi a terra, soddisfatti. Li abbracciamo anche noi, con il dovuto distanziamento.
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